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Taylor Godfrey by Alex Loucas: il clone perfetto

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A volte un pensiero può diventare un’ossessione. E un’ossessione trasformarsi in realtà.

Taylor è tornata a casa dall’ennesima serata in discoteca, ancora una volta ha cercato invano un po’ di compagnia in un drink che le facesse dimenticare le proprie insicurezze. La sua mente non è lucida e le ricorrenti domande sul suo aspetto fisico iniziano a tormentarla. Il pensiero si fa così fitto e contorto che il confine tra reale e onirico viene a mancare: una nuova Taylor, perfetta e senza difetti è lì davanti a lei, carica di una sensualità e sicurezza quasi non terrene. Imitarla o sconfiggerla per sempre?

Written, directed and photographed by Alex Loucas (@grizzleemusic)
Modella: Taylor Godfrey @LA models (@taylorgeeeeee)
Hair & Make-up: Claire Curameng (@clairecurameng)
Abiti: Bowenero (www.bowenero.com)


L.A. marks! Marisa, una rossa del nord nella calda California

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Secondo un rapporto del The Courier-Mail, pare che i capelli rossi siano in estinzione. Marisa è una bellezza rara, con i suoi capelli color rame, la pelle bianca e le lentiggini. Una bellissima ragazza del Nord con origini svedesi, tedesche e scozzesi. Umile, sorridente, posata, naturale, la semplicità la rende femminile e sensuale. La cosa che ama più al mondo è sua madre, il suo cuore puro, il complimento che più la rende orgogliosa è quando le dicono che le assomiglia.

IO: «Di dove sei?»

MARISA: «Sono nata in una città del Michigan, per essere onesti chiamarla città sembra sbagliato dopo aver visto LA»

IO: «Una cittadina quindi».

MARISA: «Dove sono cresciuta ci si conosceva tutti, si andava tutti alle stesse feste, agli stessi concerti. Da piccoli era una notte speciale quando si usciva per andare in qualche ristorante del centro. Pensa che per noi la fine dell’estate era emozionante andare a fare la spesa per il nuovo anno scolastico!».

IO: «Non ci sono molti stimoli però…»

MARISA: «Il paesello non cambia, rimane sempre quello e io ho deciso di lasciarlo».

IO: «perché?»

MARISA: «Era l’ultimo semestre del college, studiavo scienze mediche davanti a me il futuro da fisioterapista e una vita noiosa.
Nonostante riempissi il tempo con la scuola e lavorando come cameriera per il ristorante dei miei genitori, o come fisioterapista, continuavo a sentirmi spenta. Il mio cuore batteva sempre più forte quando ho ricominciato a perseguire il mio sogno di modella».

IO: «E così hai trovato il coraggio di voltare pagina»

MARISA: «No, non sono la ragazza coraggiosa che prende e lascia tutto… in tutta onestà è stato il mio fidanzato che mi ha preparato a farlo. Tempo un mese abbiamo caricato la macchina con tutto quello che potevamo e siamo partiti insieme, attraversando l’America e raggiungendo Los Angeles in 33 ore».

IO: «Quel momento in cui parti, la voglia di qualcosa di nuovo si mischia con la nostalgia del vecchio»

MARISA: «Ci sono giorni in cui mi manca la mia cittadina, ma lei è sempre lì, così come l’ho lasciata! Ora vivo a LA da tre mesi e mi sono assolutamente innamorata di questo posto».

IO: «Di cosa in particolare?»

MARISA: «Mi piace il rumore esterno che non mi permette di dormire e che mi fa venire voglia di uscire e vedere che succede. Amo la gente che è qui per raggiungere un sogno e che ti augura che tu riesca a raggiungere il tuo. Mi piace il multiculturalismo, la varietà di cibo, la costante motivazione che si sente nell’aria. Sembra una città forte che ricorda gli anni ’50, dove potevi avviare un business e avere la possibilità di combattere».

Credits: foto e testi di Marco Gallico

Model: Marisa Westphal

Outfits: Queen of Noise

Grazie a A One Plus LA

 

Manuela: “Il gioco lo comando io”. Le foto

La scelta ”coraggiosa” di Giorgia

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Oggi scatto Giorgia… La modella coraggiosa.

Giorgia ha fatto parlare di se non solo per la sua bravura, ma anche per le sue scelte. Nonostante un corpo da urlo e una sensualità innata, Giorgia ha deciso… “non poso più nuda” e in questo campo può voler dire perdere molto, ma lei, convinta della sua presa di posizione, sta collezionando successi e lavori uno dietro l’altro.

Eccola dimostrare quanto sexy si possa essere anche vestiti. E ha ragione da vendere.

Ph: Alex Aldegheri  “web”  “Instagram”  “Facebook

model: Giorgia Soleri

location: F 2.2 studio fotografico

Jessica Goicoechea. Da Cancun a Milano, la modella non si ferma mai

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Bellezza solare. Non trovo parole migliori per definirla. Jessica è luce pura quella che emanano i sui capelli biondi, quella che traspare dal suo sorriso aperto e dalla sua pelle ambrata.

Questo è il nostro secondo rendez vous. Ci eravamo già incontrati a Berlino l’anno scorso. Eppure ogni volta che la vedo mi conquista…oggi arriva diretta da Cancun e in valigia insieme ai vestiti si porta il fascino di una terra piena di colori.

Da Malpensa al set, senza soste, con il buonumore tipicamente iberico. Sorride sempre, scuote la massa di capelli biondi che le incorniciano il viso e conquista tutto il team di lavoro in un secondo.

La pelle super abbronzata racconta di una bellezza giocosa, Sara, la make up artist opta per un make up leggero e che lascia trasparire tutta la solarità, Veronica la stylist tende più a “scoprire” che a coprire un corpo statuario dove il segno del costume è solo un dettaglio.

La giornata scorre tra scatti fotografici chiacchiere, sorrisi e una carbonara cotta alla perfezione dallo chef improvvisato Filippo, romano de Roma.  Una pausa ristoratrice per rimettersi al lavoro con più entusiasmo di prima, Jessica “illumina” il set con i suoi colori  caldi e cristallini, è un pieno di energia… proprio come il sole che porta dentro. Non mi stupisco quindi che finito lo shooting mi chieda un passaggio per Malpensa: chi è pieno di vita, non si ferma un attimo!

Cancun-Milano-Barcellona….nel giorno di due giorni. Un po’ la invidio (o forse no). Hola Je, ¡buen viaje!! Alla prossima. 

Foto : Emanuele Ferrari
Modella: Jessica Goicoechea
Style: Veronica Ruggeri
Makeup/Hair: Sara Busan
Location: Alzaia192
Agenzia : Fifth Avenue Barcelona

grazie a Filippo Ravoni e Samuel Carrara

Vestiti:
American Apparel
GodSaveQueens
Individuals
Perilla Lingerie
Pull and bear
Uniform
Weili Zheng

Michea Crawford ci fa girare la testa in lingerie

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Il corpo di Michea Crawford sembra disegnato da Milo Manara. Eppure è di carne e ossa. La modella canadese pratica lo yoga, ama ballare e cura la sua bellezza nelle spa. Ha un solo difetto per sua stessa ammisisone: lo shopping compulsivo.

Saint Faces: Lara

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La bellissima Lara posa per l’obiettivo Saint Yvy… e per tutti noi. Sfogliate le foto qui sopra. Buona visione.

Crediti
photo SAINT YVY / saintyvy.com
model Lara / Wonderwall
h&mua Giacomo Vaccari / giacomovaccari.it
lingerie Mosrose / mosrose.com
location Costanza Cecchini / liveatcostanza.it

Maya Stepper, una bionda che devi conoscere

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“Da piccoli odiamo essere sculacciati e costretti al pisolino. Da grandi ci piace essere sculacciati e fare una pennichella”. Sono frasi che la modella Maya Stepper posta sul suo profilo. Tra una foto provocante e l’altra. E sembra che abbia anche un rapporto molto particolare con tutto ciò che riguarda il suo fondoschiena. Infatti in un altro post sostiene che la sensualità consista tra le altre cose nell’essere dotati di “hot ass” (dobbiamo tradurre?).


Alessandra: “Sono tornata e vi dico chi sono”

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Alessandra si è trasferita a Londra da qualche anno, facendo soffrire (col sorriso) molti di noi fotografi. Fortunatamente ogni tanto torna!
Si concede ai miei scatti per qualche ora.. Sono fortunato!
Sguardo magnetico, fisico asciutto e sensuale e una femminilità quasi palpabile.
Queste le foto della nostra mattina assieme.
Ph: Alex Aldegheri “web” “Instagram” “Facebook

L.A. marks! Erica, l’amazzone italiana che vive ad Hollywood

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Gli italiani a Los Angeles non sono poi così tanti, solitamente noi emigriamo in Inghilterra, in Germania. Tra quelli che emigrano negli Stati Uniti, la maggior parte sicuramente si trasferisce sulla costa Est. Gli italiani a Los Angeles dopo un po’ finiscono quasi per vedersi tutti almeno una volta, i quartieri più abitati dagli italiani sonosempre quelli, Hollywood, Venice, tutti lavorano sostanzialmente in due sole industrie: quella della ristorazione e quella dello spettacolo.

E proprio ad Hollywood mi è capitato di incontrare un’altra ragazza italiana, Erica, che tra l’altro abita a pochi block da dove sto io. Nata a Sondrio, cresciuta a Bergamo, ha sempre avuto la passione per il teatro e la recitazione oltre a frequentare corsi di ginnastica artistica, hip-hop, atletica leggera, arrampicata, wushu.

Una sera per conoscerla l’ho portata in una birreria salvo scoprire che Erica non beve birra, non beve alcolici in generale, nemmeno quando la vedi dimenarsi come una pazza in discoteca, è sempre completamente lucida. È pure vegana, esplode di energia, l’ho vista un paio di volte allenarsi in palestra, sudata e inarrestabile. Dà sempre il massimo, in tutto quello che fa ed è molto concentrata sui suoi obiettivi. Il lavoro prima di tutto.

«Amo l’idea classica di mente sana in corpore sano», dice lei.
La sua passione vera è il teatro. «A 17 anni ho scoperto la figura del regista teatrale in tutte le sue mansioni e sfaccettature e me ne sono innamorata, ho deciso che ciò che volevo fare nella vita era scrivere e dirigere per il teatro».
IO: Quando penso a Los Angeles però mi viene in mente il cinema.
ERICA: Il percorso che mi ha portato qui è stato piuttosto lungo. A 18 anni ho frequentato l’accademia teatrale di Antonio Serrano a Roma. Poi qualche estate fa decido di proseguire i miei studi a New York, dove ho frequentato un corso intensivo alla Film Academy. Così inizio a lavorare a numerosi progetti. A quel punto ho deciso di fare un ulteriore passo e trasferirmi a Los Angeles.
IO: Da quanto sei qui?
ERICA: Un anno e mezzo.
IO: E come va?
ERICA: Bene! Ho avuto di recente l’onore di lavorare con Francis Ford Coppola per il suo progetto Distant Vision e sono in partenza per un famoso parco tema in Virginia.
IO: Vai a spassartela?
ERICA: No (ride), faccio parte del cast della prima edizione di All For One, un intreccio tra teatro e stunt con combattimenti di spada e lotta.
IO: Non ti manca l’Italia?
ERICA: Assolutamente si, mi manca un po’ di calore italiano! Ma vorrei tornare solo facendo parte di cast ad alto livello per il teatro o film tv.

Foto e testi di Marco Gallico, visita il suo sito, Instagram, facebook

Erica Manni ha indossato maglie Queen of noise gentilmente concessi da A one Plus LA

 

Chiara Arrighi senza veli nel bosco. Una esclusiva GQ Italia

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Chiara. Chiara è frizzante e sarcastica. Chiara è sensuale, in ogni suo gesto o parola, ma di un’eleganza raffinata. Spesso vien fuori il suo carattere romanaccio mentre parliamo, e questo si riflette nei suoi occhi dalle lunghe ciglia, maliziosi e sempre pieni di vita. Perchè Chiara è una di quelle rare persone che impongono la propria volontà al mondo, plasmandolo come meglio credono. Siamo in macchina ed il sole tramonta dietro le colline, l’aria è frizzante del vento di una sera d’aprile, mentre siamo di ritorno dal lago dove abbiamo passato la giornata tra chiacchiere e foto. Solo io e lei, nessuna truccatrice, o stylist, o assistenti.. Il silenzio del bosco, il rumore di un ruscello, un telo bianco per non lasciare proprio tutto all’occhio di chi guarda. E quando la inquadri attraverso l’obiettivo, davanti a te non hai solo un manichino od un pezzo di carne, hai qualcosa di vivo che ti entra nell’anima. “Come stai?” “Sto bene. E’ stato bello”. “Già.”

Ho bussato a casa di Valentina Nappi a L.A., abbiamo fatto 4 chiacchere e l’ho fotografata

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Valentina Nappi vive e lavora per una parte dell’anno a Los Angeles, per esattezza nella San Fernando Valley, capitale mondiale dell’industria pornografica sin dagli anni settanta. Qui venivano girati circa l’80% dei film a luci rosse e per questo tale luogo è stato rinominato con nomi quali “Porn Valley”, “San Pornando Valley” e “Silicone Valley” (in antitesi alla celebre Silicon Valley). Ci incontriamo in un tranquillo quartiere residenziale dove alloggia, in una villetta di una sua collega americana. Valentina mi riceve in tenuta casalinga, serena, l’aria pigra, da quel che ho letto non è una ragazza molto sorridente ma oggi sembra ben disposta. Mentre ci presentiamo suonano il campanello, il fattorino lascia un grande pacco all’ingresso, qualche gioco erotico penserete voi, in realtà, solo carne, prosciutto, svizzere, pollo, tutto esclusivamente biologico!

Se per le foto tutto fila liscio, non posso dire lo stesso dell’intervista: mea culpa, un po’ perché voglio cercare di capire, andare a fondo nelle cose, un po’ perché non riesco a non dire la mia dopo aver notato una qualche contraddizione, infine perché, essendo stato uno studioso di cinema prima che fotografo, non riuscivo a non contestare, o comunque non riuscivo ad accettare senza dubbi certe affermazioni e convinzioni di Valentina che mi parevano talvolta illogiche e un po’ superficiali. A volte non capivo se stavamo parlando di sesso, di pornografia in generale, o di film pornografici, certo è vero quando dice che pur essendo più famosa e con più followers di certe presentatrici guadagna meno di queste. Lasciando da parte il mio punto di vista posso dirvi quello che credo sia il suo: Valentina vorrebbe che non ci fossero più tabù nel sesso, che nessuno avesse reazioni di pudore o disgusto se si trovasse un porno in tv tra il telegiornale della sera e un varietà (magari al posto di Striscia la notizia), che nessuno avesse il pudore in generale. Valentina vorrebbe che il porno venisse apprezzato dalla critica. Senza pregiudizi si potrebbero realizzare dei film porno artistici ma per farli c’è bisogno (dice lei) di tanti soldi e i soldi non arrivano perché non ci sono sponsor, gli sponsor non ci sono perché c’è il pregiudizio… tira in ballo spesso la video arte ma sembra non prendere in considerazione il fatto che se il film porno diventasse qualcosa di prettamente sperimentale e artistico allora si rivolgerebbe ad una nicchia e come tale perderebbe di popolarità e comunque si allontanerebbe sempre più dai film pornografici per avvicinarsi all’arte contemporanea dove, tra l’altro, molti artisti già inseriscono elementi pornografici. Insomma un discorso teorico ed estetico più complesso di quel che sembra.

Valentina Nappi

IO: Da quanto vivi qui?

VALENTINA: Ho preso il visto un anno e mezzo fa

IO: E come ti trovi?

VALENTINA: Non mi trovo male, la sto apprezzando col tempo, diciamo che secondo me Los Angeles non è un posto per turisti. Solitamente la gente che viene qua visita Hollywood… Downtown per esempio è molto più interessante.

IO: Ho letto un po’ di tue dichiarazioni prima di venire qui, questo tuo esporti ti tira addosso molte contestazioni immagino.

VALENTINA: Perché tocco un tasto dolente che tutti atavicamente hanno, cioè l’idea che “sono tutte troie tranne mia sorella e mia madre”… come se essere “troia” sia una cosa negativa. La troia in un paese è vista male, come se si parlasse dello scemo del villaggio, anche peggio. Perché?

IO: I tuoi colleghi se ne fregano o fanno le tue stesse battaglie?

VALENTINA: alcuni se ne fregano e altri fanno le mie stesse battaglie, diciamo che le donne hanno più consapevolezza. La carriera pornografica non è lunghissima, se sei un porno attore sei “figo” ma se sei una donna è diverso, non sei vista come una fortunata, sei una che prende un sacco di piselli ed esci etichettata e allora ti trovi a dover lottare solo per vivere serenamente.
Comunque io ho iniziato ad essere ghettizzata prima che iniziassi la mia carriera, già dai tempi del liceo…

IO: Perché? A quindici anni pensavi già alla promiscuità?

VALENTINA: Anche a tredici.

IO: E questo ti faceva malvedere più dalle ragazze o dai ragazzi?

VALENTINA: Ho notato che quando parlo di scambi di coppia le donne si irritano molto di più, hanno reazioni schifate!

IO: Probabilmente se nella vita potessimo vivere momenti di anonimato la realtà sarebbe diversa, che ne pensi?

VALENTINA: Ah tu intendi che le ragazze se scopano in giro si viene a sapere e difatti quando vanno all’estero ne combinano di tutti i colori… Perché è così! Si sembra un istinto di riproduzione, però noi siamo essere umani abbiamo anche la ragione!

IO: Mi sembra che tu svalorizzi il sesso e allo stesso tempo gli dai molto valore, mi sbaglio?

VALENTINA: È proprio quello che penso, la vagina deve perdere di valore, non deve essere più qualcosa di raro rispetto al pene. Dall’altro lato però il sesso dovrebbe essere valorizzato. Pensa tutto il lavoro di design che si fa per una sedia il cui unico scopo è sedersi, mentre per la masturbazione, che per noi è meno nobile del sedersi, non abbiamo così tante scelte. Il 90% dei toys sono giocattolini cinesi inutili, sono veramente pochi quelli che effettivamente hanno una innovazione o sono esteticamente belli.

Il masturbatore sponsorizzato da Valentina Nappi

IO: Sembri molto convinta… a proposito ma poi Siffredi che diceva di lasciare il porno mi pare non l’abbia fatto, sbaglio?

VALENTINA: Dopo tutto quello che si è fatto per il porno per dagli una dignità e renderlo legale arriva lui a dire “lascio il porno per mia moglie”?

IO: Può essere che lo abbia detto semplicemente perché uno col passare degli anni cambia idea, che ne so, vede la Madonna.

VALENTINA: Qui in America è molto comune, qui ci sono associazioni cattoliche che pagano pornostar che non lavorano più tanto, li pagano magari per fargli dire che hanno preso l’HIV sul set, cosa che poi non riescono a dimostrare visto che i tipi di test che facciamo noi sono molto frequenti e veloci e corriamo molti meno rischi di chi non fa questo lavoro.

Io: Prima dell’avvento del Porn 2.0 l’industria hard era molto redditizia, leggo che The Observer nel 2007 accreditava un importo di 13 miliardi di dollari. Tutto per voi si è complicato con la nascita di YouPorn e delle altre piattaforme che mettono a disposizione i contenuti gratuitamente, qual è il tuo punto di vista a riguardo?

VALENTINA: Il porno non ha problemi certo di utenza ma, visto che siamo ghettizzati, non possiamo guadagnare con la pubblicità normale. Se ci fai caso sui siti porno sono pubblicizzate solo chat erotiche, prodotti per allungare il pene… le grosse aziende non vogliono apparire sui siti porno perché non vogliono compromettere la propria immagine

IO: Recentemente ho sentito che Diesel farà la propria campagna pubblicitaria sui siti porno

VALENTINA: Ben venga, qualcosa sta cambiando. Il problema è sostanzialmente culturale.

IO: tu vuoi innalzare la pornografia, cosa intendi?

VALENTINA: io non ho mai capito perché va bene aver voglia di spaventarsi ma non di eccitarsi, perché si spendono tantissimi soldi per fare film horror ma non per fare film porno, eppure entrambi sono generi molto specifici.

IO: beh ma sono due cose un po’ diverse!

VALENTINA: Se il sesso fosse visto come una cosa normale, perderebbe valore e si darebbe al porno un’attenzione diversa, più sperimentale. Cinquanta sfumature di grigio è tutto basato sul tabù perché la gente è attratta dall’idea di sesso, non dal sesso in sé, dal potere che hai in un determinato contesto che poi ti permette di far sesso e non dal piacere. L’uomo medio si eccita più dall’idea di corrompere la segretaria e scoparsela che scoparsi la segretaria semplicemente perché è bona e gli piace.

IO: Secondo te basta a migliorare qualitativamente il cinema pornografico?

VALENTINA: Il problema è che noi siamo ghettizzati culturalmente.

IO: Non è semplicemente cambiata la fruizione del porno? Rispetto a tutti gli altri generi il porno oggi è fruito solo per eccitarsi e dunque il suo scopo è eccitare, non raccontare una storia.

VALENTINA: Pensa alla cucina, la maggior parte dei critici non crede che sia arte, non la paragonerebbe mai alla Divina Commedia, perché? Perché il cibo è qualcosa di utile e quindi può essere creativo, ma non può essere arte in senso alto. Secondo me invece non conta il cosa ma il come, quindi qualsiasi cosa può essere arte, anche fare le pulizie.

IO: E secondo te l’arte culinaria ha lo stesso valore della Divina Commedia?

VALENTINA: Secondo me è meglio della Divina Commedia!

IO: Quindi il porno può essere meglio di Beethoven…

VALENTINA: Si, in teoria si.

Foto e intervista di Marco Gallico Instagram e Facebook

Puoi seguire Valentina Nappi su Facebook e Instagram

 

Susanna Canzian, la veneta che arriva da Miami

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Succede di fissarsi con una cosa. Un posto da vedere, un locale da provare, un acquisto da fare…Ecco a me delle volte capita di fissarmi con una modella: la vedo e penso “questa la devo scattare ad ogni costo”. È successo così con Susanna. Italianissima di Treviso ma ormai da qualche anno trasferitasi stabilente a Miami. È come darle torto, sole e mare da favola. Mail whatsapp sms … Ma trovare una data che vada bene a entrambi sembra una missione impossibile. Due anni, due per riuscire finalmente a “levarmi” questa fissa. Ma che dire? Ne è valsa la pena. Bella, spontanea, sexy al punto giusto. Un mix esplosivo se aggiungi che è anche simpatica.

Un caldo pomeriggio, in casa con Lina

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Arriva all’appuntamento puntuale, Lina. È incantevole. Oggi è martedì, fa caldo; facciamo due chiacchere e due risate, lei si spoglia, si inizia a scattare.
Lina si fa ammirare in tutto il suo splendore e la sua semplicità, davvero stupenda.
Un’esperienza unica, divertente ed emozionante!

Credits
photo: Leonardo Glauso
ig: @leonardoglauso
model: Lina
ig: linalorenza

Patricia Contreras, l’isolana più hot, fotografata con la Impossible I-1

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Due occhi grandi nello specchietto retrovisore.
Il naso alla francese, sul viso delicato. La pella ambrata.
Io guido. Lei mi racconta di lei; le curiosità, che da spettatore dell’Isola non posso fare a meno di chiedere – i concorrenti, i “dietro le quinte” del reality – ma anche la vita privata; il figlio, le origini (io ero convintissimo che Patricia fosse brasiliana e invece no, Messicana con papà italiano. Lo sapevate?)
Patricia è bella bella bella.
L’ho appena recuperata in piazzale Corvetto, dove avevo appuntamento con il resto del team.
La stylist, Silvia Stefanini, che è di Milano, e poi Fausto e Antonietta -Make up & hair- che sono arrivati come me da Bologna.
Stiamo andando verso il Ticino, in una location che mi ha suggerito Silvia; pare ci sia un bel tratto di fiume e panorami selvaggi tutto intorno.
Sono le 12 quando arriviamo sul posto.
Patricia, pur essendo partita stamattina presto da Roma – vive a Parigi e non sapevo nemmeno questo- è in gran forma.
Ci appoggiamo in un chioschetto infestato di zanzare e tafani. Il parcheggiatore, per motivi che a lui devono essere chiarissimi, ci guarda con occhi da killer. Per il resto, l’ atmosfera è buona e i gestori sembrano contenti di averci lì. Occupiamo un tavolino ma salviamo l’apparenza prendendo qualche bibita e un paio di caffè – Fausto ha preparato insalata di farro per tutti.
Poi, sigaretta e siamo pronti.
Patricia scompare dicendo “vado a lavarmi i capelli” …ci guardiamo tutti senza capire, visto che siamo in un chiosco e il bagno è qualcosa di veramente “minimal” (per essere gentili) e altrettanto infestato di zanzare. E invece lo fa.
Patricia torna con i capelli completamente bagnati. Evidentemente ha infilato la testa nel lavandino.
Mi piace. Molto savage! …Forse un retaggio dell’ isola.
Si piazza su una sedia di plastica rossa, di quelle da festa dell’Unità, che ti ricordi da quand’ eri piccolo e che probabilmente anche tuo figlio si ricorderà da quand’ era piccolo – certe cose non cambiano mai.
Sorride, di buon umore, e si spara un paio di selfie; (qualche post programmato per Instagram, probabilmente) …. vita da personaggio-influencer-blogger, quei lavori che fanno fatica a trovare un nome per gli over 40.
Patricia è molto abbronzata. Fausto lavora leggero sulla pelle, solo per uniformarla, mentre Antonietta fissa l’effetto bagnato sui capelli.
Nel frattempo io e Silvia (e altri cinque o sei clienti del chiosco, molto interessati) scegliamo gli outfit da utilizzare.
Abbiamo portato il minimo indispensabile perchè scatteremo in riva al fiume, senza appoggi, ma anche perchè Patricia in verità sarebbe bellissima anche nuda… Lei lo sa e infatti è tranquillissima.
Quando, mezz’ ora dopo, ci avviamo verso il posto stabilito per i primi scatti, sembriamo un gruppetto di pazzi alla deriva… Fausto a petto nudo, con la maglietta legata sulla testa, Silvia e Antonietta che trascinano sui sassi i loro trolley, io con uno zaino da scolaro quarantenne (che in realtà tiene la mia reflex), le scarpe in una mano e una Polaroid stile turista giappo nell’ altra.
La Pola, per la cronaca, è la nuova I-1, che la redazione mi ha chiesto di provare; faremo qualche scatto utilizzando la app (la vera novità di questo giocattolo) per testarla un po’.
Start.
Patricia spacca fin dai primi scatti.
Mi guarda, socchiude le labbra carnose -gli occhi fissi in camera- e sono già ipnotizzato.
Per lei è routine. Rubo qualche ritratto da vicino – tagli stretti – e poi di profilo, col sole che disegna le forme in controluce.
Nel secondo outfit è in topless, con una culotte a vita alta, molto sexy.
Ora a cavallo di un tronco d’ albergo portato dalla corrente chissà quando e rimasto là, per noi. All’inizio è distesa, copre il seno appoggiandosi al tronco.
Fausto la prende in giro “Dai, che te la ha viste tutta Italia!”
Detto-fatto; Patricia si siede, senza più pensare troppo a coprirsi. I bagnanti approvano.
Bomba. Approvo anch’io.
Faccio vedere qualche scatto a monitor… non si vede un cazzo – il sole è forte – ma Patricia si fida. È carica.
Prende al volo un gilet nero con le frange e corre verso l’ acqua, ridendo. Si immerge, bagna i capelli; questo è backstage ma io scatto. La seguo. Ho i piedi a mollo; lei mi guarda, scherza, mi tira un po’ d’ acqua (brividi…ho la reflex in una mano e la Pola nell’altra!).
Con la Pola, porto a casa qualche foto non male; colori tenui, pastello, fuoco morbido, la I-1 fa quel che deve: ti riporta ai vecchi tempi, quelli in cui ogni scatto aveva una sua storia e c’era emozione.
In due ore ce l’abbiamo. Facile.
Vorremmo fare un bagno per festeggiare la fine dello shooting ma il sole ha deciso di abbandonarci, distruggendo le nostre fantasie.
Una foto ricordo e via, di nuovo al chioschetto infestato, per una birretta, prima di tornare verso Milano ad accompagnare stylist e modella.
Poi Bologna.

Credits:
Foto & testi: Davide Ambroggio
Ospite: Patricia Gloria Contreras
Styling: Silvia Stesy Stefanini
Make up: Fausto Cavaleri
Hair: Antonietta Santangelo

Si ringraziano per abiti e accessori I.D Sarrieri, La Perla, Rosantica Milano


Sveta, la ninfa del lago

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Un pomeriggio di luglio, l’estate incalzante si fa sentire, ed il sole dona un piacevole tepore sulla pelle. In macchina lei canta: abbiamo gli stessi gusti in fatto di musica, e tra Pour Some Sugar on Me dei Def Leppard e A Pain that I used To dei Depeche Mode quei quaranta chilometri che separano il centro di Milano dal laghetto al quale siamo diretti passano in fretta. Sveta è solare, piena di vita, entusiasta di vivere; e come altro potrebbe essere altrimenti a vent’anni… Ma quell’allegria è contagiosa, e mi fa sentire bene. Una breve passeggiata nel bosco ed arriviamo a destinazione: la luce radente si riflette sull’acqua verde attraverso i canneti, creando giochi di luce sulla sua pelle. Statuaria ma leggiadra al contempo, sembra una ninfa del lago, splendente con i suoi occhi di ghiaccio che ti traffiggono appena il sole li trafigge per un attimo.

Giulia Calcaterra e quei tramonti che più hot non si può

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Ore 19.15

La ruota panoramica sullo sfondo. Bassa marea. L’ acqua che accarezza i piedi. Alla destra il mare, tranquillo. A sinistra, una fila di gazebo in legno bianco, le tende mosse dal vento, e oltre, le piccole palme vicino al chioschetto in cui gli ultimi clienti della giornata bevono l’ aperitivo prima di andare a casa.
È Rimini ma potrebbe essere Los Angeles o Tel Aviv, non fa differenza.
Lei è davanti a me, abbronzata, bellissima. Il fisico modellato da ore di palestra ma anche e soprattutto da un passato da ginnasta.
Giulia Calcaterra era una velina -forse quella più discussa, da subito al centro di polemiche. Giulia ha mollato tutto. Giulia ha cambiato vita e ha girato il mondo -Australia, Asia- per poi tornare.
È davanti a me, più bella di come se la ricordano tutti, di come la ricordavo io.
Era la velina bionda di Striscia la Notizia; adesso è una stupenda ragazza mora, con la pelle abbronzata, le lentiggini (super sexy, se volete un parere gratuito) e occhi azzurri come il mare, che bucano il mio 50mm, mentre mi avvicino e rubo dei tagli stretti del suo viso.
Il vento gioca coi capelli, scompigliandoli.
Lei prova a sistemarli ma la fermo “No, dai, va bene così!”
Ha capito o forse no, ma si fida. C’è feeling.
Stiamo facendo dei ritratti; è un’ esperienza in qualche modo intima.
Poco trucco, pulito – Brenda, la mia amica make up artist è stata bravissima- e cose semplici perchè il corpo di Giulia è qualcosa che non vorresti mai coprire.
Anche Vale, la mia stylist, stavolta è d’accordo con me.
Abbiamo scattato qualche foto sotto ai gazebo bianchi, immersi nella luce, Giulia in piedi, con un costume nero sgambato, che faceva sembrare ancora più lunghe le sue gambe muscolose, per poi sparire tra i glutei tondi, pieni.
“Ho il culo grosso ma tu puoi sistemarlo, vero?”
Non ci penso nemmeno. Roba da trofeo (un giorno, prima o poi, stilerò una classifica)
Una mano abbassa una spallina; l’ altra copre appena il seno in un gioco di vedo non vedo.
Con lo stesso costume, la faccio stendere sulla sabbia e le chiedo di rotolare un po’, per alzare ancora l’ asticella della “temperatura”… hot non è abbastanza.
Poi in riva al mare, una canotta nera rock e un costume a perizoma. Sotto la canotta, niente.
Giulia ha giocato; mi ha sorriso. Mi ha detto “no” poi “sì”.
E ora qui, sul bagnasciuga, lei con uno slip bianco a vita alta e strisce di tessuto che le fasciano la vita sottile, super sexy. Sopra, una maglietta che è già trasparente da asciutta… ma io la sto per bagnare.
C’è vento, il sole ormai sta tramontando -non che ce ne fosse molto, oggi- ma quando chiedo a Giulia di entrare in acqua, lei non ci pensa una attimo.
L’ acqua è il suo elemento (Giulia ha due brevetti da sub) … “ho anche la patente nautica” mi ha detto, parlando del più e del meno.
In acqua cerco di seguirla senza far fare il bagno alla mia reflex.
Poi la porto dove l’ acqua è più bassa e lì comincio a scattare. Non è facile; c’ è da fare i conti con le onde. Giulia le aspetta, per poi riprendere la posa. La maglia, che già era trasparente, ora aderisce perfettamente al suo corpo. Un corpo splendido (l’avevo già detto?).
Andiamo avanti così per un po’ -a me sembrano pochi minuti ma gli occhi azzurri di Giulia, ora arrossati dall’ acqua, dicono “ok, ne abbiamo abbastanza”.
Stiamo risalendo. Va bene così.
Giulia si è tolta la maglietta bagnata, per non prendere freddo.
Io la guardo mentre sale, da dietro (ma quanto è bona, la Calcaterra?) con lo slip bianco a fasce e nient’ altro; passa affianco alla torretta del bagnino, ormai abbandonata -sono quasi le 21-
“Alt! Aspetta! Questo lo devo fare per forza! Sali su quella torretta!”
Sono gli ultimi scatti… Bellissimi
Passiamo la successiva ora al chiosco, che ormai è in chiusura. Io e le tre girls.
Spritz -Aperol eh, per l’ amor di Dio! E’ una bella serata.
Il vento smorza il caldo torrido dell’ estate.
Il mare è sempre il mare.

Credits:

Ospite: Giulia Calcaterra

Foto & testi: Davide Ambroggio
Styling: Valentina Cortesi
Make up: Brenda Lenzi
Location: Bagno Torquise, Rimini

Si ringraziano Germano Gambini (www.germanogambini.com) & Pinup stars (www.pinup-stars.com)

Rosanna Cordoba, l’anti-Shakira che si sente Pocahontas

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Colombiana, proprio come la cantante Shakira con cui ha in comune, oltre ai natali, anche i fianchi generosi. Ma Rosanna Córdoba in realtà assomiglia più che altro a Pocahontas, in versione sexy: lunghi capelli neri, viso dai tratti esotici, pelle abbastanza scura su un corpo tornito e sodo, arricchito da curve mozzafiato.
Non per niente la ragazza è una modella di costumi da bagno e di intimo, ma non disdegna anche il fitness, di cui è esperta estimatrice.
Ma Rosanna è consapevole della sua somiglianza con la principessa pellerossa e spesso, negli scatti bollenti che pubblica sul suo Instagram, si diverte a sottolinearla. “Mi sento Pocahontas!”, dice. E i followers vorrebbero tanto essere John Smith.

Felicia, la bella svedese che non può vivere senza musica

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Ho incontrato Felicia W., giovane modella svedese, a Milano nella sede di Gioconda Radio , realtà del web nata da pochi mesi ma che offre già una solida ed interessante proposta musicale. Di Felicia mi colpisce subito la contagiosa vitalità che, unita all’evidente bellezza ed al fascino genuino delle sue movenze, me l’ha fatta piacere sin dal primo istante. Guarda caso, abbiamo parlato per lo più di musica (oltre a scattare tantissime foto)

Felicia qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
“Mi sono diplomata in musica a scuola dopo aver frequentato un corso di tre anni, dai tredici ai sedici, ma ne sono sempre stata interessata. Quando ero ancora molto piccola radunavo la mia famiglia in salotto per farli assistere alla mie esibizioni di canto e danza. Cantavo in prevalenza canzoni degli Abba…e questo è proprio un cliché svedese, lo so! -ride-
Uno dei primi ricordi che ho è di me che ballo con mio padre. Lo ricordo interessato alla tecnologia di alta qualità al fine di godersi l’esperienza musicale nel migliore dei modi. Un giorno rientrò a casa dopo aver comprato delle casse eccezionali. Da quel momento io, mi padre, mia madre ed il nostro cane danzavamo quotidianamente nel salotto e sempre al ritmo della stessa canzone: Rock Around The Clock di Bill Haley.
Credo che questo sia il primo ricordo che ho riguardo alla musica ed anche una delle memorie a cui sono più legata. Quanta pura gioia può aggiungere la musica alla nostra vita.”

Ti consideri una heavy listener?
“Ascolto sempre musica! Ne ho bisogno in ogni attività quotidiana!
Nelle ultime due settimane ho vissuto in un appartamento con altre modelle e non capivo perché fossi così stressata; ho presto realizzato che l’essere costantemente circondata da persone mi impediva di godermi la musica come avrei voluto.”

Ti piace ancora ballare come da bambina? Non a casa però, intendo nei club.
“Amo ballare e ballo ovunque (ride). Ma se devo scegliere preferisco di gran lunga ballare da sola nella mia camera!”

Beh, è sicuramente la scelta migliore. Almeno non rischi di trovarti ad una serata con un dj set imbarazzante!
“Esatto. Almeno sei libero di ballare ciò che più ti va! Mi piace anche andare nei club.
Molte persone ci vanno per fare i fighi e per fissare gli altri ma per me è diverso…io sono troppo assorbita dalla musica e mi preoccupo solo di ballare e divertirmi.”

Preferisci un genere specifico per ballare?
“Se parliamo di club l’HipHop è perfetto, mi fa sentire cool -ride-. A casa invece discomusic e cose degli anni 80. Se sono in palestra gruppi composti esclusivamente da ragazze.”

Band preferita di questo millennio? Per me sarebbe un problema rispondere…

“Ce ne sono molte. Mi piacciono molto i The 1975 ma anche gli Hidden Charms . Ma forse i mei preferiti sono gli Sticky Fingers. Vengono dall’Australia e contrariamente a molti altri artisti che non fanno che ripetersi, loro hanno una canzone adatta per ogni mood. Possono essere cool e complessi, divertenti e spicy; un riflesso della vita penso. Li devi sentire! Penso ti piacerebbero!

Non vorrei sembrare scortese ma sono curioso. Mi faresti vedere la Top 10 degli ascolti nel tuo lettore mp3?

“Attualmente ho una playlist chiamata Playlist Funerale. Che citando i The Smiths è composta da songs that made you cry and the songs that saved your life. Ti avverto che è disordinata ma non mi piace limitarmi ad un genere. Ci sono le mie preferite e quelle che mi mandano su di giri -ride-”

Ecco la playlist:
Tiny Dancer – Elton John, Robbers – The 1975, American Pie – Don McLean, Love is a Laserquest – Arctic Monkeys, Purple Rain – Prince, Lost Stars – Adam Levine, Almost Everything – Wakey!Wakey!, You Can’t Always Get What You Want – The Rolling Stones, Going to California – Led Zeppelin, What Katie Did – The Libertines.

In chiusura mi viene in mente una citazione del premio nobel Iosif Brodskij “Penso a quanto sia tutto così insensato a parte due o tre cose: scrivere, ascoltare musica e forse pensare un po’..” che, anche se per me è leggermente drastica poiché aggiungerei un altro paio di cose, va molto vicino alla realtà.

Crediti

Modella: Felicia W. – Major Models Milano
Location: Gioconda Radio

 

 

Pelle nuda e fantasie in latex: uno shooting blu, ma bollente

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Ho accettato la sfida.
Da un po’ avevo in mente un set di ispirazione fetish. Mi sono immaginato gelatine colorate e latex. Valentina, la mia stylist, ha detto “davvero?” “…Perchè avrei una ragazza che fa delle cose da paura…”
Così, un moodboard e un paio di mail dopo, la cosa era organizzata.
Chiara Bianchino, la bella modella romana, ha preso un treno ed è venuta a Bologna per essere con noi.
“Chiara, sarà una serie forte, ti avverto”
Lei, senza fare una domanda in più, ha detto “facciamolo, mi fido”. Ed è stata super.
La location è il b&b di un’ amica, che mi aveva già ospitato in passato per i servizi con Marika ed Elisa. Sul set, è venuta anche Betty, “la ragazza del latex” che ha aiutato a vestire la modella (non è facile manco per il cazzo, infilarsi quelle cose).
Comunque questo è il servizio. Penso che sia molto fico.

Credits:
Foto: Davide Ambroggio
Modella: Chiara Bianchino
Styling: Valentina Valà Cortesi
Make up & hair: Eleonora Volpi
Latex by Betty Le Blanch
Location: Chambres de Amelie, Bologna

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