Emanuela vive a Los Angeles. La raggiungo con Skype quando per lei sono le dieci del mattino di una tiepida mattinata californiana, mentre per me sono le sette di una buia e fredda serata milanese. Per ovvi motivi, la differenza del paesaggio è notevole. Cerco di impressionarla mostrandole una fetta di Navigli imbruttiti dalla nebbia con la webcam. Sembra apprezzare. Mi colpisce un quadro che giganteggia alle sue spalle. È una pubblicità vintage di una ditta di liquori da dessert di Sant’Elpidio a Mare.
E quello?
L’ho trovato in un mercatino qua vicino. Sant’Elpidio a Mare è la mia città, non potevo non prenderlo. Lo porterò sempre con me.
Dove vivi adesso?
Adesso vivo a Larchmont Village, a ridosso delle Hollywood Hills. Mi sono trasferita da poco perché avevo bisogno di passeggiare, vedere gente, fare shopping. Sulle colline al massimo vedi dei coyote. Non guido neppure, non ho mai preso la patente. Sono Uber-dipendente.
Com’era la tua vita prima di arrivare in California?
A 17 anni mi sono trasferita a Milano da Sant’Elpidio a Mare, nelle Marche, spinta da un forte curiosità e desiderio di indipendenza. Anche se adesso la apprezzo molto, quando ero giovanissima mi andava un po’ stretta. Non c’è un granché a Sant’Elpidio a Mare per chi aspira a lavorare in un settore artistico, quindi ho deciso di spostarmi a Milano dove mi sono diplomata all’International School per poi laurearmi in Statale in Lingue e Letterature Straniere.
Miss Italia era prima di tutto questo giusto?
Sì, Miss Italia è stata la primissima esperienza nel mondo dello spettacolo, quella che mi ha aperto un mondo. Sono arrivata a partecipare con una fascia da Miss Eleganza, come Sofia Loren.
Già sognavi il mondo del cinema?
Quel concorso è stato un tramite per raggiungere il cinema che era già il mio grande sogno. Grazie ad un contratto con l’agenzia Major sono riuscita a mantenermi a Milano mentre studiavo recitazione e teatro, finché un agente cinematografico di Roma mi ha notata e mi ha aperto le porte del cinema.
Quali sono stati i tuoi primi ruoli?
Dopo aver fatto un po’ di TV come “Distretto di polizia”, “Don Matteo”, “Squadra antimafia – Palermo oggi” e altro, nel 2012 ho recitato in “Poker Generation” di Gianluca Mingotto.
Un ottimo inizio direi. Allora come mai hai deciso di andartene dall’Italia?
Dopo aver visitato Los Angeles mi sono innamorata di questi spazi enormi, di questo cielo infinito, del clima. Mi sono sentita ispirata e quindi ho deciso che sarebbe stata la mia nuova casa. È stata una sensazione. Adesso vivo qui da due anni e mezzo.
Com’ stato l’impatto con Los Angeles?
Sono partita – diciamo – avvantaggiata, nel senso che avevo già fatto parte di un cast internazionale, quello del film “Third Person”, del regista Premio Oscar Paul Haggis. Mi sono subito adoperata per trovarmi un manager cinematografico e un agente. E da li è iniziata una lunghissima serie di provini mentre lavoravo sulla lingua.
Che ambiente di lavoro hai trovato?
Molto professionale e meritocratico. L’industria cinematografica americana è arte e business. Come puoi immaginare, funziona benissimo soprattutto in questo secondo aspetto. Non ci sono favoritismi. A volte rimango sorpresa pure io dal metodo di lavoro che c’è qui, abituata magari all’Italia, dove senza qualche raccomandazione è difficile arrivare in fondo.
Stai parlando del video di Calvin Harris?
Ero a fare la spesa quando ricevo una telefonata da un numero che non conosco. Di solito non rispondo ma quella volta l’ho fatto. Era la produzione di un video musicale per il quale avevo fatto un provino poco tempo prima. Mi dicono: cosa ne pensi di essere la protagonista del nuovo video di Calvin Harris? Giuro che mi sono messa a piangere dalla felicità!
Durante il casting non sapevi di cosa si trattasse?
No, non lo sapevo. Mi avevano convocata per un provino per un videoclip musicale a Santa Monica. Non avevano specificato altro. Solo che dovevo presentarmi alle dieci del mattino. Ho fatto un primo provino dove il casting director mi ha fatto qualche domanda generale per conoscermi meglio. Poi mi hanno richiamata per un secondo provino, quello vero e proprio.
Cosa ti hanno chiesto di fare?
Mi hanno chiesto di recitare come se fossi un androide, immaginando di essere la protagonista del film “Ex Machina”, di essere a downtown LA e di dover abbattere con la sola forza dello sguardo i grattacieli. Poi è arrivata la chiamata mentre facevo la spesa…
…Tutto senza dirti che stavano cercando la protagonista del nuovo videoclip di uno degli artisti più famosi del mondo, che negli Stati Uniti è considerato un Dio e cioè Calvin Harris…
Proprio così!
Dove è stato girato il videoclip di “My Way”?
È stato girato alle Ventura Farms di Westlake Village, un posto sperduto dopo Malibu dove non prendeva neppure il cellulare. Siamo stati lì tre giorni e tre notti. Un freddo cane, strano per la California. Ci sono scene notturne in cui mi trovo in un bosco con dei tacchi altissimi. Nei giorni successivi sono stata poco bene.
Le mie amiche mi hanno detto di chiederti com’è Calvin Harris dal vivo…
E’ un bellissimo ragazzo, alto quasi due metri. Io sono alta 1.70 ma in alcune scene accanto a lui sparivo. Ci siamo conosciuti sul set pochi istanti prima di girare una scena in cui dovevamo fissarci negli occhi per diversi minuti in maniera coinvolta. È stato imbarazzante, siamo anche scoppiati a ridere ma lui è stato gentile e professionale.
Avete fatto amicizia?
Abbiamo parlato del più e del meno. Mi ha raccontato che negli Stati Uniti sta benissimo e che non tornerebbe mai in Scozia. Mi ha ringraziato, io ho ringraziato lui per avermi scelta, visto che sono dovuta passare dalla sua approvazione, poi è finita lì.
Niente numero?
Qui non ci si scambia mai i numeri di telefono sul posto di lavoro. Non è come in Italia che abbiamo una mentalità più aperta su queste cose, dove magari un caffè dopo il lavoro ce lo prendiamo anche.
Non gli hai neanche chiesto se il pezzo era dedicato alla ex Taylor Swift…?
I rumors erano quelli ma non ho indagato.
Non c’è il rischio che troppa professionalità si trasformi in poca umanità?
Los Angeles ti porta a essere molto isolato. È talmente grande che è difficile mantenere rapporti saldi con gli amici, figurati con chi conosci poco. Frequento un gruppo di amici italiani, attori, musicisti… Sai qui non difficile imbattersi in artisti. Ma ti dico anche che mi piace stare sola e tranquilla in casa a consumare le serie TV di Netflix. Mi sento molto casalinga.
E io che ti immaginavo ai party super esclusivi di Hollywood e Beverly Hills….
Faccio poca vita mondana. Ne facevo di più a Milano, città che adoro. Magari un giorno tornerò…
Quando è uscito il video che feedback hai ricevuto?
Chiamate, messaggi, incremento dei followers sui social. Fortunatamente al momento sono solo commenti positivi. Ne arrivano tanti anche dalle Marche e sono felice. È bello essere un esempio per i giovani che sognano di uscire dalla provincia e farcela.
Su cosa stai lavorando adesso?
Sto girando la quarta stagione di una serie TV che mi hanno detto che sta andando bene anche in Italia. Viene trasmessa su Italia Uno. Si chiama “The Last Ship” ed è prodotta da Michael Bay. Poi sono impegnata in un cortometraggio di Giovanni Ribisi e nelle riprese di “The Man Who Was Thursday”, tratto dall’omonimo romanzo.
I miei amici mi hanno chiesto di chiederti se sei fidanzata…
Fidanzata da due anni e mezzo. Si chiama Jameson (Burt nda), fa il musicista. Sono innamorata, spero anche lui.