Adolfo Valente ci racconta il set in prima persona:
“Ho conosciuto Alessandra Giulia qualche anno fa a Milano. Lei aveva cominciato da poco a posare come modella, ma mi aveva interessato, perché si presentava in maniera molto naturale e spontanea. Come spesso accade, ci si scambia qualche messaggio e si decide di scattare assieme.
Proprio nelle ore precedenti allo shooting Alessandra si era ritrovata in una situazione difficile da gestire: lei e il suo ragazzo si erano appena lasciati. Probabilmente qualsiasi altra modella avrebbe rinunciato e mi avrebbe chiesto di rinviare, ma Alessandra no. Si è presentata puntualissima all’ora concordata, senza dirmi nulla. Da allora non abbiamo avuto più occasione di fotografare assieme, anche se continuavamo a ripromettercelo.
Pochi giorni fa, mi chiama e mi dice che sarà in Veneto e che vorrebbe scattare di nuovo. Il giorno del suo arrivo però io avevo un impegno e quindi avremmo potuto vederci solo la sera. Ed il giorno dopo, già in tarda mattinata, doveva essere a circa 70 km da Treviso. Per uno come me che fotografa in luce naturale non era proprio la situazione ideale. Così le propongo una cosa: Perché non proviamo a fare delle fotografie un po’ diverse? Tu appena sveglia, senza un filo di trucco, anzi addirittura con gli occhi gonfi da sonno, i capelli scarmigliati. Facciamo vedere come siamo tutti, senza maschere, senza timore di mostrare persino le nostre debolezze, la nostra vulnerabilità.
Come sapevo, e non avevo dubbi, è stata perfetta. Ancora una volta, si è creata quella intensità, quel feeling che fa sì che tra fotografo e modella vi sia, sul set, quasi una corrispondenza telepatica. Questa del resto, è la magia della fotografia.
Il passo successivo per Alessandra sarà quello di fare l’attrice. Ce la farà, non ho dubbi, e glielo auguro di tutto cuore.“